Anno nuovo, problemi vecchi: Toronto ha la ricetta per risolverne alcuni


di Odoardo Di Santo

E’ il primo gennaio 2023.

Entriamo  nell’anno nuovo, accolti da una intermittente atipica pioggia autunnale.

Nel subbuglio in cui si trova il globo terrestre a causa di avvenimenti fuori del nostro controllo o per nostra colpa  dobbiamo  sentire  impellente il bisogno di non arrenderci.

Abbiamo quasi un obbligo  morale di dover sperare.

Non manchiamo  di riconoscere e di ammirare le esperienze, le lotte e le buone azioni che hanno luogo nei luoghi piu’ disparati: dalle flotte delle Ong che salvano le vite dei migranti, ostacolate dall’egoismo ottuso dei governi , ai lavoratori della sanita’ che  si sacrificano eroicamente per salvare vite umane  durante la pandemia, dai ragazzi piu’ coscienti di noi adulti dei danni del riscaldamento del globo che si battono per salvare il pianeta, ai popoli indigeni che si battono per salvare i loro atavici diritti dalla prepotenza distruttrice del capitalismo  e che hanno un alleato nel  nuovo presidente del Brasile Lula De Silva insediato oggi.

Volgendo lo sguardo a Toronto e scorrendo il Toronto Star siamo mossi da moto di simpatia.

Abbiamo quasi la sensazione di vivere in una isola felice.

Il giornale ci informa che: “L’anno scorso e’ molto probabilmente uno  che non scorderemo mai, ma e’ uno da cui siamo pronti a staccarci. Speriamo in un anno migliore a venire”.

E ci propone 22 desiderata dei suoi giornalisti improntati a benevolo ottimismo per rendere la citta’ piu’ progressiva e vivibile .

Ad certi sofisti e ad alcuni palati raffinati e snob possono sembrare propositi  dettati da ingenuita’.

Ma  al contrario  sono dettate  dal realismo pratico che rende Toronto una metropoli multiculturale, accogliente e  inclusiva.

Tanto per cominciare si augura che dal mese di febbraio le toilette dei parchi siano aperte al pubblico per soddisfare i bisogni impellenti di madre natura.

Viene suggerito di dare una ripulita ai contenitori di raccolta delle immondizie che in certe strade  mostrano  segni di decrepitezza, non mancando di  ricordare al nostro mediocre Sindaco John Tory la sua promessa non mantenuta, una delle tante.

E` ovvio pero’ che  non sono passati per Roma.

Poi si auspica che l’area di Scarborough sia trattata come le altre parti della citta’ costruendovi piste ciclabili protette. 

 Si auspica che finalmente si possa bere una birra in pace nei parchi, che si riducano i negozi di marjuana, che si incoraggino i festival musicali (qui non c’e’ RAVE  che apparentemente in Italia e’ un grave problema di sicurezza nazionale, fissazione del nuovo governo italiano).

Si auspica di guardare piu’ seriamente al problema del costo delle abilitazioni se si vuol dare la possibilita’di  vivere nella citt’ e di acquistare un’abitazione a chi ci lavora.

Si auspica che nessun senza tetto sia respinto dagli ostelli  se bisognoso di un alloggio.

Si auspica che al pari del Saskatchewan la citta’ crei zone con territorio riservato agli indigeni (per secoli di loro proprieta’ ).

  Come era prevedibile si auspica che ci rendiamo conto della serieta’ del problemi della sanita’ specialmente nei reparti di pronto soccorso.

Un po’ ottimisticamente c’e’ chi auspica che le persone elette diano il buon esempio restituendo  le chiavi delle automobili per usare il trasporto pubblico.

E` auspicabile incoraggiare  di permettere la vendita di  vivande nelle strade dal momento  che abbiamo la fortuna di aver una varieta’  immensa  di cucine di tutti i paesi del mondo.

Oltre ad auspicare la calma degli automobilisti litigiosi  si spera che i caffe’ siano resi accessibili  agli invalidi  e che il George Hispop Park sia riaperto al pubblico perche’ non tutti hanno un giardino dietro casa.

Le altre  proposte, desideri e speranze vogliono  che le scuole siano aperte a tutti e siano sicure  , che i voli aerei partino in tempo, che il Maple Leafs passi almeno il primo turno del playoff e che la citta’ investa in programmi per i giovani per toglierli dalle strade .

Sono proposte pragmatiche che sicuramente non risolvono i  grandi problemi del mondo ma che sono ispirate da ottimismo e dalla speranza che il mondo puo’ essere migliore per tutti.

Altrimenti saremo condannati alla resa,se solo consideramo cio` che avviene intorno a noi.

Immancabilmente sullo schermo della TV   nei notiziari vediamo scorrere telegraficamente le cronache dei fatti e misfatti che accadono quotidianamente .

Basta osservare le cronache si un solo giorno.

Siamo edotti delle ricorrenti turbolenze della pandemia regalataci da Covid19 e delle decisioni dei governi di alcuni paesi che per ora mettono in guardia specialmente i viaggiatori provenienti dalla Cina dove e’ in atto una feroce recrudescenza della pandemia.

Sono quotidiane le cronache della catastrofica guerra senza fine dell’Ucraina con i giornalieri bombardamenti di missili russi sulle popolazioni civili che non combattono ma sono ugualmente vittime innocenti della guerra ed il cui destino  e’ di rassegnarsi a ricevere bombe sulla testa, sperando in Dio di farla franca.

Il loro destino e’ frutto di una mente criminale che ha lo scopo di creare il crollo della morale della popolazione civili per porre fine alla resistenza contro gli invasori.

E’ purtroppo una strategia bene sperimentata nel passato come,tra l’altro, troviamo un esempio eclatante nel libro “Dresden” di  Frederick Taylor.

Il 15 febbraio 1945 a poche settimane dalla resa della Germania, con le truppe tedesche in completa rotta, gli aerei americani ed inglesi rovesciarono 4500 tonnellate di bombe incendiarie sulla citta’ di Dresda nota come la  Firenze della Germania .

Fu un massacro, persero la vita un immenso numero di civili e la citta’ fu totalmente distrutta , ridotta ad un ammasso di rovine brucianti.

Lo scopo della barbara operazione non fu di distruggere il potenziale militare tedesco ormai allo stremo, ma di fiaccare la fibra morale della popolazione come riluttantemente ammise il generale sudafricano  comandante dell’operazione . 

Apprendiamo che il Dubai ha eliminato la tassa del 30% sugli alcoolici.

Secondo la TV per incoraggiare il turismo, cioe’ per il nobile fine portare soldi alla cassa dell’emirato, con buona pace della dottrina islamica contraria al consumo dell’alcool.

In Uganda per godersi i fuochi d’artificio di fine anno 9 persone sono rimaste uccise nella calca, soffocate dal fumo.

Intanto a Ocala in Florida secondo lo script della Repubblica al nostro sud, in una sparatoria 2 persone sono rimaste uccise e quattro hanno fortunatamente salvato la pelle.

Un fatto normale nel regno del secondo emedamento alla costituzione americana per cui  le armi sono un diritto fondamentale dei cittadini anche se poi crea il piccolo inconveniente di migliaia e migliaia di persone annualmente assassinate.

 Le vittime di arma da fuoco in USA furono 40.132 nel 2022 con ben 617 stragi causate da sparatorie di massa.

Secondo un rituale ricorrente  i “ribelli” hanno attaccato ieri i militari in due posti di blocco in Egitto e Pakistan con relativi morti e feriti.

A New York un uomo con machete ha aggredito 4 poliziotti di cui uno per poco non ha perso la vita a causa di un colpo   alla testa.

A nord di Toronto Grzegorz Pierzchala giovane poliziotto di 20 anni al suo primo servizio, mentre andava ad assistere una macchina finita nel fossato a causa della tempesta di neve, e’ stato brutalmente ucciso a colpi di arma da fuoco.

Ogni giorno siamo assaliti da uno tsumani di notizie vere e fake  che affievoliscono la nostra sensibilita’ e creano una  specie di  assuefazione anche di fronte ad eventi terribili come catastrofi naturali, inondazioni , terremoti , incendi, carestie ed eventi simili frutto dell’insana follia umana.

Anche se consci che gran parte delle notizie sono foriere di sventure, ognuno dal suo limitato orizzonte  si augura che le cose vadano per il meglio per se e per quelli che considera l’umanita’.

Abbiamo il dovere di sperare, magari prendendo l’esempio dalla citta' di Toronto.

 


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