Bobo Vieri aveva due anni quando il padre Bob segnava a Toronto
Bob Vieri con il figlio di due anni Christian
Quando questa foto fu scattata il ragazzino aveva due anni e il padre giocava con la Toronto Metros Croatia. Bob Vieri, attaccante ex Juve, concluse poi la carriera in Australia dove il figlio Christian, detto Bobo, diede i primi calci alla palla ovale del rugby prima di passare al pallone diventando bomber sopraffino migliore del padre. Ecco come lo stesso Bobo Vieri descrive l'esperienza e le botte della Serie B.
“Prendilo, spaccalo tutto il ragazzino”
di Christian (Bobo) Vieri
"La Serie B è stata una grande scuola di vita. Lì ho imparato a sbattere il muso, a rispettare certe gerarchie e a farmi coraggio dall’esperienza.
Madonna, quante botte ho preso!
Mi viene in mente Roberto Biffi del Palermo, tanto grosso da sembrare King Kong.
Un episodio fra tutti: siamo attaccati, penso su un calcio di punizione, e a un certo punto prendo una gomitata epica, sento una fiammata, casco come una pera. Mi rialzo, provo a correre ma mi gira la testa e finisco a vagare per il campo senza sapere dove sono. Esco, vomito e mi portano all’ospedale, dove mi tengono in osservazione e mi dimettono solo dopo qualche giorno.
Un altro bel martello era Luca Brunetti del Brescia. Anche di lui ho un ricordo preciso: punto un paio di volte la porta e questo inizia a inseguirmi come un pazzo per il campo, anche con la palla lontana:
“Cazzo, non devi farmi gol, hai capito? Se mi fai gol ti spacco tutto”.
Minchia, se urlava. Faceva sul serio e mi ha “convinto” a giocare... senza spingere troppo.
Ma il massimo era la coppia centrale del Vicenza.
Uno era Giovanni Lopez e l’altro Antonino Praticò. Erano una barzelletta, si insultavano fra loro per tutti i novanta minuti.
“Scemo, sali.”
“Ma che cazzo vuoi, tieni la posizione.”
“Ma vai a fare in culo...”
Li guardo, li ascolto e non ci credo.
“Oh, ma voi due siete esauriti!” esclamai ridendo.
Non l’avessi mai fatto!
“Zitto coglione, ti ammazziamo.”
“Prendilo, spaccalo tutto il ragazzino.”
Roba da matti, però funzionava: col cavolo che passavo vicino a quei due folli.
A quei tempi pure Inzaghi era in B, eravamo già amici e mi divertivo a chiamarlo e spaventarlo alla vigilia delle partite per così dire “critiche”:
“Oh Pippo, domani ti spaccano, quel matto che ti deve marcare mi ha detto che gli stai sui coglioni!”.
In B ti facevi davvero le ossa. Uomo contro uomo, ogni partita una guerra.
Un campionato che mi ha forgiato: campi bastardi, soprattutto al Sud, dove arrivavi, sorridevi e al tuo sincero “Buongiorno” ricevevi un “Buongiorno ’sto cazzo” tanto per gradire.
Esperienze che ti temprano. Sì, ti facevi le ossa, e qualcuno te le spaccava pure."
Fonte: Chiamatemi Bomber