Commonwealth, chi era costui?

Senatrice australiana contesta Charles: Tu non sei il mio re

di Odoardo Di Santo

La scorsa settimana nell’isola di Samoa in Oceania ha avuto luogo il futile cerimoniale della riunione biennale del sonnacchioso Commonwealth, l’associazione fondata nel 1949 e` formata  da 56 ex colonie del defunto impero britannico tra cui il Canada  in compagnia anche di  25 piccole isole come Grenada, Papua New Guinea, Solomon Islands, St. Kitts and Nevis, St. Lucia, St. Vincent and the Grenadines, and Tuvalu.

Il sovrano inglese è il capo nominale.

Il rito si ripete da 75 anni, nella crescente irrilevanza e nella totale indifferenza generale.

Un ricordo personale mi riporta ai tempi della mia esperienza nel parlamento dell’Ontario.

Ogni due anni c’era una corsa dei miei colleghi in gran parte di stirpe anglosassone per partecipare alle riunione del Commonwealth  che si tenevano in esotici paesi membri nel mondo.

Gli interessati citavano l’affetto per la regina Elisabetta II, la monarchia, l’impero anche se non c’era piu’.

Queste nozioni che non sollecitavano l’interesse di molti immigrati.

Alfine scoprimmo che l’interesse dei colleghi deputati era molto più dozzinale e banale.

I rimborsi spese dei partecipanti che erano cospicui non erano contabilizzati nei bilanci dell’Ontario e quindi non risultavano nei resoconti dei colleghi fedeli sudditi di sua Maesta’ che, tra l’altro non apparivano spendaccioni agli occhi degli elettori.

Tutto di solito finiva a tarallucci e vino come si dice a Napoli.

Senonché quest’anno è finito a pesci in faccia.

Nel parlamento di Canberra  in Australia  il re Charles III, nominale capo del Commonwealth veniva riverito  dai parlamentari ligi alla corona in una atmosfera  di noioso e rilassato compiacimento. 

Senonché fuori dal coro la senatrice indipendente  Lidia Thorpe lo ha affrontato a brutto muso gridandogli a pieno polmoni : “Tu non sei il mio re, è un fatto che gli  inglesi (british) hanno commesso genocidio qui. E’ un fatto che il retaggio razzista persiste ancora in Australia oggi e deve essere assolutamente resistito e affrontato”.

La combattiva Senatrice, come da etichetta borghese e’ stata doverosamente rimossa dall’aula del parlamento con sollievo dei benpensanti sudditi presenti. Non prima però di aver gridato al re: “Ridateci ciò che ci avete rubato”

Lo scontro di Canberra ha fatto il giro del mondo che finalmente ha avuto notizia dell’esistenza del Commonwealth.

Intanto due dei maggiori paesi “ex colonie” India e Africa del Sud hanno disertato Samoa ed hanno preferito partecipare alla riunione dei paesi BRICS (che stava inizialmente per: Brasile, Russia India e Cina) indaffarati a formare un blocco economico  indipendente dalla  dipendenza Americana che controlla le finanze del mondo attraverso la World Bank e il fondo monetario internazionale.

Altri due stai Irlanda e Zuimbabue  hanno detto addio.

Il Commonwealth anche se inutile e’ duro a morire al contrario di altre simili organizzazioni alla cui scomparsa ha contribuito il buonsenso e la rassegnazione  della banalita’ della nostalgia .

Ricordo quando nell’aprile 2010 mentre con mia moglie ammiravamo la bellezza di Vienna passeggiando nei famosi rings su cui e’ costruita la citta’, fummo involontari partecipi del funerale della regina d’Austria, ultima imperatrice di Asburgo.

Il corteo era imponente e pittoresco con la partecipazione  dei residui nostalgici dei paesi che facevano parte dell’Impero asburgico come Austria, Ungheria , Cecoslovacchia e anche altoatesini o sudtirolesi come amano chiamarsi.

Ci fecero  tenerezza perché tra l’altro sembravano fuori posto con bandiere e gagliardetti perduti nella memoria di un impero che nessuno rimpiange ma che ci teneva a rammentarsi che sarebbe finito.

“Sic transit gloria mundi” Così gli imperatori e le loro consorti, i loro figli mai nati e le giovani spose morte anzitempo, entravano nella Cripta dei Cappuccini di Vienna, seguendo un rituale che ne spogliasse le vitali vestigia passate.

Peccatori, nient’altro.

In bronzee tombe lucenti, oggi mistica attrazione per turisti.

Stay tuned si dice da queste parti.

Sul Commonwealth pende la spada di Damocle che ne  decreterà l’inevitabile dipartita perché non ha alcun ruolo pratico.

La condizione geopolitica del mondo e’ cambiata, l’impero britannico non c’è  più, la generazione dei  nostalgici ci ha lasciato e le nuove generazioni si domandano  come Don Abbondio nei Promessi sposi : Il Commonwealth chi era costui?

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