Controsport: la pestilenza Kung Flu e la “crapetta” del latte a domicilio

Una volta il latte veniva cosegnato a domicilio

Una volta il latte veniva cosegnato a domicilio

Il viruus, accento sulla prima u' please, c'e' e non c'e'.

C'e' perche' sono ancora fortemente consigliate le museruole e le distanze.

Non c'e' perche', dopo i cimiteri e le chiese, hanno aperto, o stanno aprendo, tutto il resto.

Mentre i personaggi che abitano nella stanza dei bottoni imitano la buonanima di quel tizio che palleggiava con una capa di morto (teschio) ponendosi l'arduo quesito “essere o non essere”, io non faccio l'Amleto e continuo ad andarci con i piedi di piombo.

Qualche strappetto al coprifuoco imposto dalla prudenza, per non dire dalla fifa, come un abbraccio veloce alla prole e ai figli della prole, c'e' scappato, con qualche amico si siamo visti, dopo aver tracciato la distanza sul terreno, come fanno gli arbitri sulle punizioni.

A mangiare fuori, pero', non ci sono ancora andato, e non ci andro', per ora.

La mancanza del contatto umano la sento, ma ci ho fatto il callo, anche perche' ho trovato l'alternativa: dialogare con gli animali.

La qualcosa, non ci crederete, e' possibile se uno lo ha fatto da piccolo.

Io avevo sei-sette anni quando diventai quasi fluente in ...animalese, visto i contatti giornalieri con Bianchina, la capretta che effettuava consegne a domicilio di latte freschissimo perche' caldo caldo.

Nel paese che non e' piu' mio, Telese, negli anni 50 campava Totonno “u pecoraro” che andava porta a porta e mungeva il latte nella ciotola della padrona di casa in cambio di poche lire.

In quel latte, certamente non omogeneizzato e spremuto con mani non propriamente pulite, finivano i tozzoli di pane duro e la zuppa diventava la colazione divorata senza problemi e senza conseguenze.

Il passato remoto della gioventu' povera, ma spensierata e felice, ed il ricordo della “crapa” Bianchina ha fatto scattare il flashback dei dialoghi animaleschi.

Da quando c'e' il coronavirus, infatti, scambio quattro chiacchiere, faccia a faccia, con lo scoiattolo che abita dietro casa, quello stronzetto che si fotte tutte le mie pere.

Chiaramente si tratta di dialoghi virtuali e telepatici.

Io gli parlo mezzo-mezzo – napoletano/inglese - lui risponde con guardate storte e mulinare a gogo' di zampette.

El Grigio – battezzato cosi' dal colore del pelo – stava incazzato nero perche' hanno malignato sui cugino, il pipistrello.

*Non e' mio cugino il pipistrello che ha creato il Kung Flu (termine coniato da mister Trumpetta), i colpevoli siete voi, gli animali umani in generale e i nipoti di Mao in particolare”, pontifica El Grigio mandando lampi dagli occhietti.

“Secondo il tuo intelletto animalesco perche' i cinesi avrebbero creato il virus in laboratorio?” rispondo con una accellerata mentale.

*Perche', tu dici? Non sai che tutti i paesi guerrafondai hanno armi chimiche? Sarebbero proibite, ma per dirla come i romani: quis cusotidies custodes?

“Lascia perdere il latino, rilasciare il virus e' stato voluto, o no?”.

*Probabilmente e' stato un autogol, un errore, qualche provetta di sara' spaccata visto che parecchi dei prodotti cinesi, in quanto a qualita' non sono tanto per la quale.

“Ma questo autogol e' finito nella porta di tutti, tutti al mondo ci stanno rimettendo e ci rimetteranno”.

*Specialmente chi ha parecchi anni sul groppone. A proposito, statti attento e ringrazia chi di dovere che non campi in Amerika.

“Alludi a mister Trumpetta?”.

*Attento, anche lui e' mio cugino da parte di mamma, si chiama Donald come il paperotto che campa a Disney World.

“Che ne dici, lo rileggeranno?”.

*Dipende dall'economia, se riprende ha buone chance, altrimenti anche lui sara' vittima del Kung Flu che, secondo quanto “strumbazzato” ripetutamente, non e' pericoloso e fatale a dispetto della carneficina di vecchietti partiti per l'aldila' con i polmoni distrutti.

“Non so da voi, ma nel mondo degli uomini il pres paperotto sono in pochi a prenderlo sul serio visto le bugie sparate a ritmo industriale, seguite da retromarce ridicole tipo: io scherzavo”.

*Non ha innestato la marcia indietro, credo, nella vicenda della legge del Menga che recita: chi c'e' l'ha in tasca se lo tenga.

Ah, il caso della cinese arrestata a Vancouver dopo una soffiata della “effebiai” amerikana”.

*A nostro parere – mi sono consultato anche con animali intelligenti come volpi e pappagalli – il grande capo bianco, Giustino figlio di Pierre, si e' fatto manovrare ed incastrare dal primo cittadino a stelle e strisce. A pagarne le spese sono un paio di kanadesi sbattuti in gattabuia dalle parti della Grande Muraglia, con grande indignazione di colui che avrebbe dovuto conoscere il detto: chi e' causa del suo male, pianga se stesso.


Previous
Previous

Esposito, l’italiano che guido’ il Canada alla vittoria sui sovietici

Next
Next

Toronto 1991, Sacchi e la partita dei chiodi