E se la morte assistita fosse vita negata?
Uno dei temi più dibattuti ed allo stesso tempo di grande complessità nell’attuale società, è il discorso sul sucidio assistito. Tra i principali interrogativi vi è quello che impone di domandarci se e quanto sia corretto togliere la vita ad un essere umano.
di Odoardo Di Santo
Nel 2023,secondo il quinto rapporto annuale di Health Canada 19 660 canadesi hanno richiesto la Morte Assistita (MAID- Medical Assistance in Dying ).
Di essi 15 343 hanno ricevuto l’approvazione, altre richieste sono state revocate o i pazienti sono morti prima di ricevere approvazione.
Nel 2022 ci furono 15.343 richieste.
La morte assistita (MAID) suscita controversie ed dibattiti da molto tempo, e solleva serie questioni sulla legalità della prassi e su chi ne ha diritto.
Oltre naturalmente alla questione morale che molti ritengono non può essere determinata per legge.
Che la questione non sia pacifica è dimostrato da alcuni recenti casi legali sorti a causa delle preoccupazioni delle famiglie che sostengono che i loro cari non devono essere sottoposti a morte assistita ( MAID) perché hanno problemi mentali, esclusi dalla legge in Canada.
E’ recente la storia di una famiglia che ha iniziato un ricorso presso la corte superiore della Colombia Britannica perché un familiare di 52 anni ha ricevuto assistenza a morire mentre era in permesso giornaliero di libera uscita dall’ospedale psichiatrico.
La famiglia sostiene che il procedimento di morte assistita (MAID) somministrato al congiunto era illegittimo e che le presenti leggi sono incostituzionali perché non proteggono le persone con propositi suicidi e persone con malattie mentali.
Prima dell’introduzione della legge chiamata MAID il suicidio assistito era un reato, come lo e’ tuttora in molti paesi tra cui l’Italia.
Il paziente in questione era un uomo d’affari di che aveva lottato per anni con problemi mentali .
Era stato diagnosticato con sindrome bipolare e con problemi cronici alla schiena non gravi però al punto da renderlo un candidato per MAID.
Fece domanda da solo e ricevette approvazione per il procedimento ma poi ci ripensò e decise di non volere la morte assistita.
Riconoscendo la legittimita’ della preoccupazione della famiglia che riteneva l’approvazione non legittima, la Corte ordinò di ammetterlo all’ospedale psichiatrico St. Paul di Vancouver.
Il Dr. Bow medico dell’ospedale fu d’accordo con la famiglia che la malattia mentale proibiva il procedimento di morte assistita perché` il paziente non aveva la capacità di dare il consenso.
Senonché, secondo la famiglia “negligentemente e irresponsabilmente” gli fu dato il permesso giornaliero di uscire dall’Ospedale .
Si recò alla clinica del Dr.Wiebe che procedette a somministrare la droga letale.
Non e’ noto se furono seguite le procedure stabilite dalla legge tra cui l’approvazione di due medici.
In Canada ora come ora persone che soffrono di problemi mentali non possono avere l’approvazione, contrariamente a chi soffre di problemi mentali e fisici, con aspettativa di fino a sei mesi di vita.
Secondo la famiglia in questo caso il problema fisico non era grave e quindi non c’era la base per morte assistita.
I ricorrenti sostengono che le persone vulnerabili che ricevono MAID vengono esposte ad un rischio altissimo di morte prematura facilitata dallo Stato.
I pazienti vengono privati dei diritti alla vita, alla sicurezza della persona ed alla uguaglianza dei diritti sanciti dal Canadian Charter of Rights and Freedoms .
E’ questo il terzo caso quest’anno in cui ad un giudice del Canada Occidentale è stato richiesta la revisione di come sono approvate le domande per morte assistita (MAID) e quali diritti di intervento hanno le famiglie.
Certe decisioni vengono talora considerate troppo permissive ed i familiari fanno ricorso al giudice sostenendo che non hanno diritto di intervento.
E` nota la storia di quattro militari veterani cui , senza autorizzazione medica fu data l’opzione di morte assistita da un semplice case worker ora sospeso del Veteran Affairs Canada.
O il caso di un padre che ha fatto ricorso al giudice sostenendo di avere limitati diritti di intervento perché` la figlia non ha abilità di dare il consenso.
E’ recente la presa di posizione della Civil Liberties Association della British Columbia (BCCLA) che ha dichiarato di essere al corrente di ”segnalazioni preoccupanti” di persone cui viene offerta la morte assistita (MAID) quando non sono legalmente qualificate o quando si “ trovano in circostanze sociali insostenibili”.
Per la BCCLA ciò è inaccettabile.Si tratta di una questione per nulla pacifica e non risolta definitivamente con consenso unanime.
La famiglia che ha protestato per aver dato assistenza al congiunto rilasciato in libera uscita ha accusato il Dr. Wiebe di Malpractice (negligenza professionale).
Alla fine di ottobre la corte suprema della Colombia Britannica ha imposto al Dr. Wiebe di astenersi di praticare la morte assistita per averla effettuata su una donna di 53 anni che si era recata a Vancouver dall’Alberta
Il giudice Simon R. Coval ha deciso che era discutibile se i criteri di MAID fossero applicabili alla donna che era stata diagnosticata con disordine bipolare.
I sostenitori del diritto al suicidio assistito ritengono che tutte le persone hanno il diritto di scegliere liberamente cosa fare con la loro vita a meno che non danneggino gli altri secondo una tesi sostenuta nel 1860 dal filosofo John Stuart Mill membro del parlamento inglese .
Tutto semplice e chiaro?
Non per molti che sono opposti al suicidio assistito. Perché ci sono molte persone la cui malattia o handicap non li rende capaci esercitare il diritto o di poter esprimere i loro desideri e propositi.
D’altra parte, si fa notare che prodigiosi sviluppi della medicina e della tecnologia permettono di salvare molte più vite di quante fosse possibile nel passato.
La medicina offre i mezzi per curare o ridurre la sofferenza di persone afflitte da malattie, una volta fatali o estremamente dolorose.
Molti sono anche turbati da chi sostiene cinicamente che i malati terminali invece di usare i propri risparmi per curarsi potrebbero optare per la morte assistita e lasciare i propri risparmi ai familiari che potrebbero farne uso migliore.
Anche se queste ciniche proposizioni sono estreme ed insensate la questione del fine vita è di importanza capitale per una societa` ossequiente ai valori della scienza ma soprattutto ai valori morali e umanitari .
Ai vecchi tempi si diceva che la vita è sacra.