Errori e ripianti a Barcellona, ora il Napoli va rifondato

Leglet segna di testa dopo aver spinto Demme addosso a Koulibaly che finisce a terra lasciando allo spagnolo lo spazio per capocciare a rete

Leglet segna di testa dopo aver spinto Demme addosso a Koulibaly che finisce a terra lasciando allo spagnolo lo spazio per capocciare a rete

TORONTO, 9 agosto - Per un punto Martin perse la cappa

La frase, quasi proverbiale, vuole significare che un errore riguardante un particolare apparentemente di scarsa importanza comporta talvolta conseguenze disastrose.

E' quanto accaduto al Napoli a Barcellona.

Premettendo che la sconfitta ci stava, va detto che le cose potevano andare diversamente se non ci fossero stati tre errori degli azzurri, ed uno dell'uomo col fischietto il cui cognome, Cakir, descrive la sua poco odorosa direzione di gara.

Dicevamo, per un punto perse la cappa.

Il punto in questione sarebbe la punta dello scarpino di Mertens, Koulibaly e Mario Rui.

Mertens, tanto per chiarire, dopo tre minuti su quella palla che diceva “sbattimi dentro” non ci ha messo la punta dello scarpino, ma la parte esterna e il mezzo pallonetto e' finito sul palo invece che dentro.

Poco dopo l'arbitro turno il cui cognome, Cakir, puo' suggerire un atto corporeo dal dubbio profumo, regala il primo gol ai padroni di casa: su calcio d'angolo tale Leglet spinge Demme su Koulibaly e segna di testa. Gol chiaramente da annullare, ma il turco concede e dalla var c'e' qualcuno col prosciutto sui fanali che gli dice tutto ok.

Tutto ok un corno, ma il Barca e' in vantagio.

Poco dopo entra in scena Messi. La Pulce serpeggia in area attorniato da tre napoletani, nessuno dei tre si azzarda a sfiorarlo per paura del rigore. Mario Rui in particolare non interviene, un rimpallo favorisce il dieci argentino che poi segna da fuoriclasse qual'e'.

2-0 e non e' ancora finita.

Ci si mette Koulibay a completare la frittata.

La ex colonna di cemento armato della difesa azzurra, oggi pilastro di gomma con la testa alla Premiership, diventa protagonista di cappellata di quelle extra large.

Stava per rinviare un pallone ma invece di dargli una puntata veloce e sbrigativa, allunga all'indietro la gamba per sparare via la palla di forza. Ma tra il suo scarpino ed il pallone subentra la zampa di quella vecchia volpe di Messi. L'ex colonna nera non vede il corpo estraneo (la scarpa della Pulce) e la sua pedata vale il rigore del 3-0 che Suarez segna senza bisogno di mordere nessuno, Opsina incluso.

Agli sgoccioli del primo tempo Cakir, forse avvisato di aver fatto una cavolata nel concedere il primo gol al Barca, prova a rimediare dando un rigore al Napoli.

Insigne trasforma dal dischetto.

Ci sarebbero 45 minuti per rimediare.

Ma il Napoli non ha ne' gambe ne' gioco.

Gattuto ringhia amaro, bacia e dice addio a Callejon.

L'anno prossimo, oltre allo spagnolo con i baffetti alla D'Artagnan, molti altri azzurri lasceranno Napoli perche' il Napoli ha bisogno di voltare pagina, scordarsi del passato e creare i presupposti per tornare a battersi per lo scudetto.

La ricostruzione e' affidata a Rino Gattuso che in questa stagione ha ricompattato i cocci del giocattolo frantumato da Carlo Ancelotti riuscendo a vincere anche la Coppa Italia, il che ha garantito il pass per la prossima Europa League.

Per Gattuso il prossimo anno sara' decisivo, la prova del nove, la scalata da peso medio della panchina a peso massimo.

Attenzione, pero'.

E' piu' facile partire da zero e risalire.

Il difficile viene quando si parte nel gruppo dei migliori con ambizioni di raggiungere il massimo.

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