Controsport, un monaco e un vignettista hanno pronosticato questo fetentissimo anno

Il16 dicembre 1962 la Domenica del Corriere pubblico’ questo disegno che sembra adattarsi al mondo di oggi

Il16 dicembre 1962 la Domenica del Corriere pubblico’ questo disegno che sembra adattarsi al mondo di oggi

Ci voleva un italico, Walter Molino, per disegnare nel 1962 un futuro lontano mezzo secolo.

Molto prima era stato Nostradamus a dire la sua su questo fetentissimo anno attuale.

Il monaco con la palla di vetro, era un francioso, campato nel 1500, che predisse pesta e corna del mondo a venire, spesso azzeccandoci.

Mostrodamus, per esempio, che ci crediate o no, per l'anno 2020 aveva parlato di una "grande peste" che avrebbe messo a dura prova la specie umana, mettendo in ginocchio l'economia e creando gravi squilibri tra i popoli. 

Walter Molino, italico nato nella Reggio del centro, l'epidemia con due C (come, cazzo) e una M (mortale) non l'aveva pronosticata.

Ma aveva previsto che nel 2022 la gente sarebbe campata una “ncoppa all'altra” , che l'aria sarebbe stata irrespirabile, o quasi, e che nelle strade non ci sarebbe stato posto per le automobili.

Ergo, cioe', dalla punta della sua matita nacque la vignetta di cui sopra, pubblicata in prima pagina dalla Domenica del Corriere nell'edizione del 16 dicembre 1962.

Il disegno, rivisto dopo 58 anni, sembra la premonizione di un futuro alla “kitemmuort”, verso il quale la schifezza cinese sembra volerci condurre.

Vivremo così? Dopo 60 anni ci siamo quasi

“Vivremo così?” Il titolo di quell’edizione della Domenica del Corriere del dicembre 1962.

Facile immaginare che il tema sul quale l’editore gli aveva chiesto riflettere fosse il traffico cittadino.

Per far fronte a questo, Molino deve aver pensato che nel futuro, al crescere della densità della popolazione e il congestionarsi delle metropoli, la soluzione possibile fosse presumibilmente la trasformazione dei mezzi di trasporto fino a renderli verticali e costruiti in modo da occupare lo spazio minimo necessario.

L’immagine di un mondo densamente sociale, al tempo stesso socialmente isolato.

Questo mondo socialmente isolato, a mio parere, e' diventato... scolorato.

Scolorato? Cos'e'?

E' una parola nuova, me la sono inventata.

Che significa?

Una vita senza calore.

Direte, ma dai, prima o dopo il calore della primavera verra'.

Il calore di cui parlo e' umano non metereologico.

Spiegati, please.

Sono tre mesi che rispettiamo l'11mo comandamento - mantenere la distanza – e il calore umano si disperde se non sei a tiro di abbracci e baci.

D'accordo sul fatto di baci e abbracci, ma io personalmente di persona discordo con la prima parte: il comandamento numero undici e' sempre stato “farsi i cazzi propri”.

Roba passata di moda, Mose' si scapicollo' dalla montagna con due pietre e una decina di slogan, nessuno dei quali pero' aveva a che fare con la distanza sociale.

Un cristiano di poca fede potrebbe dire che fu una semplice dimenticanza da parte del Supremo Scalpellatore, o che forse le pietre non erano spaziose abbastanza per includere l'11mo comandamento.

In verita' il padre del padreterno, sponda ebraica, non aveva avuto bisogno di dire alla sua gente di stare alla larga dagli appestati, nella fattispecie gli egiziani dai quali stavano gia' lontani perche' gli uni signoreggiavano nei quartieri alti, diciamo la Woodbridge di allora, mentre gli altri tiravano a campare nei ghetti tipo Jane Heights.

Tornando a bomba, cioe' al presente ed alla vita scolorata, di mattino apro gli occhi e sono gia' con i ...hazzi girati perche' ne ho piene le scatole di essere sotto il tiro dello stramaledetto virus che, dopo tre secoli, anno piu' anno meno, ha creato i presupposti per la seconda rivoluzione industriale.

La prima rivoluzione industriale parti' dalle macchine a vapore e capovolse il modo di campare in tutti i settori della vita.

Lo stesso capitera', sta capitando oggi, con la differenza che allora la gente poteva fare gruppo, senza maschere, sia in casa che sul lavoro.

Allora si inventarono nuovi mestieri, perche' la societa' da agricola divenne industriale e ci fu bisogno di gente specializzata con macchine e motori.

Anche oggi tutto cambia nel mondo del lavoro ora piu' complesso e chiaramente piu' pericoloso.

Oggi c’e’ bisogno, soprattutto ma non solo, di cervelloni della salute che mettano fuori gioco il virus.

Se fosse vivo Molino chissa' come disegnerebbe il mondo del 2080?


Previous
Previous

Il miracolo dei pesci

Next
Next

Il grande Cuyff tradito dai maiali raccontato da Carmine Marcantonio