Giro: vietato buttare le borracce e scivolare sulle bucce di banana

Non si e’ mai saputo se Coppi avesse passato la borraccia a Bartsali, o viceversa.

Non si e’ mai saputo se Coppi avesse passato la borraccia a Bartsali, o viceversa.

di Nicola Sparano

La buccia di banana ha fatto sorridere tutti gli amanti delle corse. Un corridore del Giro, nella tappa di oggi, l'ha tenuta in mano finche' non e' sopravvenuta una macchina del seguito e l'ha regalata al guidatore.

Questa storia delle borracce, e delle banane, e' una cosa che le buonanime di Gino e Fausto non avrebbero capito.

Una volta Coppi passava la borraccia a Bartali (o viceversa, mai si è capito come sia andata) sul Col du Telégraphe al Tour de France del 1952.

Nello scatto storico la protagonista insospettabile era una borraccia, un oggetto di culto che tanti campioni in sella hanno lanciato ai tifosi come souvenir.

Non accadrà più.

Bisognerà smaltirle nelle green zone, oppure consegnarle agli assistenti di squadra sul ciglio della strada nei punti di rifornimento della gara.

La norma voluta dall’Unione Ciclistica Internazionale (Uci) che impedisce ai corridori di lanciare le borracce (e qualsiasi tipo di oggetto o rifiuto) ai tifosi sulla strada durante le competizioni, sta privando lo sport del pedale di una antica immagine simpatica e finanche riverita.

La green zone, il tratto di circa un km dove i corridori possono disfarsi dei contenitori, l'hanno voluto i capoccioni del ciclismo internazionale, non e', tanto per parlare chiaro, una trovata italiana.

Il “partito” degli ambientalisti da anni sta giustamente facendo la guerra alle bottiglie di plastica, ma con le borracce dei ciclisti ha certamente esagerato.

Nel ciclismo senza l’acqua contenuta nelle borracce si va poco lontano.

I contenitori usati dai corridori, di plastica leggerissime, sono studiatissime e le aziende che le producono cercano di migliorarle di anno in anno.

Eppure paradossalmente hanno una vita molto breve: non appena i ciclisti hanno finito di bere l’acqua che contengono, le gettano via, per alleggerirsi.

Allora però possono essere raccolte dai tifosi collezionisti, ed entrare in una specie di seconda vita, esposte su uno scaffale.

Chi molla fuori zona la borraccia, la buccia di banana, oppure la carta delle barrette di cioccolato, viene multato (500 franchi svizzeri pari a 455 Euro).

Il salasso della multa lo hanno patito anche due corridori che mentre si passavano la borraccia l'hanno lasciata cadere accidentalmente.

Assurda la squalifica dal Fiandre dello svizzero Schar, che però non aveva fatto altro che dare la propria borraccia a un gruppo di tifosi.

Certamente l'introduzione della green zone non cambiera' il ciclismo in se stesso, ma segna l'inizio di una nuova era.

A volte i cambiamenti migliorano, a volte no.

Prendiamo per esempio il ciclismo canadese.

Sino alla fine degli Anni 80 a Toronto si disputavano parecchie corse dove partecipavano professionisti, semiprofessionisti, dillettanti e donne.

Quando la federazione canadese impose che il montepremi delle donne doveva essere uguale a quello degli uomini le corse si diradarono fino a scomparire.

Gli orgnizzatori, che gia' si dovevano arrampicare sui muri per racimolare i premi in denaro per gli uomini, scesero dalla bici, si fa per dire, e le gare ciclistiche scomparvero.

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