Il Giro a casa mia, uova sode surrogato dell’acqua solfurea

Mio cognato Ciccio Petrillo davanti a casa Sparano

Mio cognato Ciccio Petrillo davanti a casa Sparano

Lo striscione del Giro innalzato sulla via Caio Ponzio Telesino

Lo striscione del Giro innalzato sulla via Caio Ponzio Telesino

di Nicola Sparano

Un lampo, ma e' bastato a scatenare il fash back dei ricordi.

Il Giro e' transitato davanti a casa mia, i nove della fuga sono stati i primi a pedalare per quella che ai tempi della mia fanciullezza si chiamava ancora Via Starace.

Poi la targa del gerarca fascista fu abbattuta e al suo posto subentro' Caio Ponzio Telesino, il generale sannita che la leggenda vuole abbia sconfitto le legioni romane alla Forche Caudine.

Non avevo mai visto la “mia” strada vestita a festa, con la transenna rosa adornata di palloncini dello stesso colore.

Normalmente fa da comprimaria al piu' celebrato Viale Minieri che termina davanti alla Terme e poi si sdoppia, per cosi' dire, girando a destra per Via CP Telesino, a sinistra salendo verso il Grand Hotel.

I commentatori della Rai, bravissimi nel descrivere la corsa, hanno accennato solo en passant a Telese Terme e mai, a quanto mi risulta, alla sua famosa acqua solfurea, al suo bel lago, o al Grand Hotel.

La corsa rosa e' transitata in un lampo davanti alla villetta dove sono cresciuto, ma e' bastato quel lampo a farmi venire una voglia struggente di quell'acqua, dal gusto e odore particolare, che ho bevuto regolarmente da ragazzo.

Non avendo la materia prima ho fatto ricorso a due uova sode che, sbucciate, sprigionano proprio l'odore caratteristico dello zolfo, sgradevole per tutti, eccetto per il telesini doc.

Dal naso al cervello, la particolare esalazione ha funzionato da macchina del tempo a marcia indietro.

Il film del passato ha tanti fonogrammi: le Terme, il Lago, le partitelle di calcetto sul “lavuozzo”, le partite vere sul campo di terra sterrata dove lasciavi mezzo metro di pelle appena cadevi perche' sotto la povere c'era la rudine, roccia friabile ma affilata.

Dietro il campo di calcio ci sono le Terme e sopra c'e' il Monte Pugliano dove andavano a dormire i malvizzi (tordi) dopo aver banchettato cone le olive ed il grano della Piana.

Quegli squisiti uccelli, ai miei tempi, erano nel mirino di zi Peppe, zi Ndonio, zi Nicola, zi Maurino, zi Leopoldo, zi Augusto, zi Giovanni.

Era l'epoca in cui ai ragazzi veniva insegnato che tutte le persone piu' anziane andavano rispettate come se fossero davvero degli zii e ai genitori si dava del voi.

Gli zii cacciatori erano tutti, o quasi, dei fuoriclasse degni di partecipare alle Olimpidi nel tiro a piattello.
I tordi, spinti dalla voria (vento) sfrecciavano in alto, tra i trenta ed i cinquanta metri.

Vi assicuro che non era affatto semplice colpire con una fucilata un qualcosa grande come il palmo della mano che solca il cielo come se fosse una Ferrari.

I poveri tordi cadevano per lo piu' con la prima canna, poi, eventualmente, arrivava anche la seconda botta.

Se non cadevano la “colpa” era sempre dalla cartuccia mal calibrata.

Di quei tempi gli zii cacciatori si caricavano le cartucce da soli, aveano tutti gli attrezzi per misurare la polvere ed i pallini.

Oggi sul Monte Pugliano non si spara piu', i tordi possono rincasare senza pericoli, su quel monte hanno tracciato sentieri da percorrere a piedi e sulle muntain bike

Non lontano dall'arrivo della tappa di sabato c'e' Pietraroja, un paesetto dove gli zii con le scoppette (fucili) andavano ad impallinare le quaglie nascoste nella restuccia del grano falciato.

Nei pressi di Pietraroja fu rinventuto Ciro, un cucciolo di dinosauro campato l'altro ieri, 113 milioni di anni fa.

Poco lontano dal Jurassic Park di Pietraroja c'e' manche la Grotta dei Briganti.

La spelonca si trova sul Monte Cigno ed e' raggiungibile soltanto dall'alto tramite funi per scendere e arrampicarsi.

I briganti dell'epoca post Garibaldi in effetti erano nostalgici del Regno dei Borboni ribellatisi ai Savoia per le promesse mancate aggiunte ai soprusi ed ai massacri dell'esercito piemontese.

Quei rivoltisi sono passati alla storia come volgari briganti mentre in effetti erano guerriglieri di quella che fu la prima guerra civile italiana i cui effetti si sentono ancora oggi.

La grande emigrazione del sud inizio' proprio negli anni post annessione.

In un Sud spogliato delle sue risorse e dissanguato da tasse ed imposte assurde era impossibile campare dignitosamente.

Ed allora i paesi si svuotarono e le carrette di mare partirono per terre assai luntane.

Lo avrete capito, la nostalgia dell'Italia a volte prende alla gola.


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