Halloween con il fantasma del morto ammazzato
Gigino Cappelletti e' stato un personaggio storico degli anni ruggenti 1950/60/70 del mio paese, Telese Terme.
Era giocherellone, ballerino e femminaro, o per meglio dire aspirante tale.
Si diceva che sulla pista delle Terme, quando ballava, infilava nei pantaloni una pannocchia di granoturco, o una bottiglia di coca cola, per fare colpo sulla partner del momento.
Il piccolo-grande Gigino era facilmente impressionabile e un tantino pauroso.
Lo dimostra questo episodio da lui stesso consegnato alla storia orale telesina che mi e' venuto in mente perche domani e' Halloween, il giorno dei fantasmi.
Flash back, una sera di un sacco di anni fa: verso mezzanotte Gigino tornava in bicicletta – ne aveva una da donna, di colore chiaro se ricordo bene - da Solopaca dove era andato a vedere un film.
Sulla strada del ritorno, passando nelle vicinanze del luogo dove qualche mese prima i carabinieri avevano ammazzato un presunto ladro, Gigino accellera pestano furiosamente sui pedali.
Ma la bici invece di scattare in avanti, rallenta.
A questo punto, Gigino allucca terrorizzato, mentre i capelli gli si drizzano sulla coccia: “Lassame Barto', non sono stato io... lassame Barto', lo giuro sulla madonna du rusito che nun taggio sparato io”.
Logicamente non era il fantasma del morto ammazzato a fermare la bici e terrorizzare Gigino, ma un lembo dello spolverino che indossava sempre e che era finito nei raggi della ruota posteriore.
Dell'accaduto ci sono state negli anni diverse versioni.
Lo stesso Gigino non ripeteva mai quella precedente, cambiava le invocazioni di “lassame” e la coreografia, a volte arrivava anche a descrivere il...fantasma avvolto in un lenzuolo bianco da sotto al quale spuntavano artigli che gli bucavano le ruote.
Ciao Gigino, scommetto che siamo in molti a ricordarti con piacere e nostalgia.