Harper porto’ a casa il poster dell’Italia campione del mondo

Il poster dell’Italia mondiale regalato al primo ministro del Canada Stephan Harper

Il poster dell’Italia mondiale regalato al primo ministro del Canada Stephan Harper

Angelo Persichilli tra  due capi di stato, Stephen Harper e Silvio Berlusconi

Angelo Persichilli tra due capi di stato, Stephen Harper e Silvio Berlusconi

TORONTO, 14 luglio 2020 - Il primo ministro del Canada, Stephen Harper, accetto' in regalo il poster di Cannavaro con la Coppa del Mondo dopo il trionfo di Berlino. Era l'autunno del 2006.

L'allora primo cittadino del Canada venne in visita al Corriere Canadese. Era stato invitato da Angelo Persichilli che poi sarebbe diventato il suo direttore delle comunicazioni. Lo stesso Persichilli arrivo' al Corriere grazie al cielo - era raccomandato dal padre spirituale della Lazio, Antonio Lisandrini – e al sottroscritto perche' il colloquio di assunzione glielo feci io.

Quando Angelo introdusse l'illustre personaggio nel mio ufficio, il Pm, osservando le pareti tappezzate con le foto delle due grandi feste di St. Clair, dichiaro' con un mezzo sorriso: “This is soccer country”.

Gli risposi: “For us Italians soccer is the number One sport. To prove it we just won the forth World Cup”.

Poi mi permisi di offrirgli il poster ricordo con Cannavaro che alza il trofeo a Berlino.

Il primo ministro lo accetto' precisando che lo avrebbe dato a suo figlio Ben, allora ragazzo di 12 anni, che amava il calcio, e passo' la gigantografia ad una dei suoi portaborse.

Ricordo che la visita del primo ministro era stata preceduta da due cani addestrati a fiutare esplosivi che perlustrarono l'edificio senza trovare nulla, of course, neanche qualche scheletro che nella direzione del Corriere post Iannuzzi c'erano, sarebbero apparsi qualche anno dopo portando al fallimento il giornale che dal 1999 aveva ricevuto contributi milionari dal governo italiano.

Il primo ministro Harper, quell'autunno del 2006 mi apparve piu' alto della sua versione tv, indossava un abito blu scuro con righine bianche, la divisa dei politici, dei banchieri e dei malandrini d'alto bordo.

Fu cordiale con tutti distribuendo sorrisi e battute, ad Angelo concesse una lunga intervista e qualche anno dopo lo assunse come direttore delle comunicazioni, incarico di prestigio al quale dovette rinunciare per la poca conoscenza del francese.

Nel 1975 Angelo era un giovane giornalista senza giornale, nel senso che era disoccupato.

Ma le strade del signore, come si sa, sono infinite.

Fu il padre spirituale della Lazio (allora fresca di scudetto) Antonio Lisandrini che gli suggeri': “Conosco Dan Iannuzzi, perche' non vai a Toronto?”.

Quando Angelo si presento' al Corriere, Iannuzzi, impegnato in una delle sue tante iniziative, mi incarico' di parlargli per scoprire di che pasta era fatto, se era assumibile.

Basto' poco per capire che il giovane molisano era preparato e competente.

Venne assunto seduta stante e la sua carriera prese il volo: dalla carta stampata passo' alla Tv, fu prima il volto piu' importante della CFMT, canale 47, poi direttore e producer. Dopo che Rogers gli diede una corposa buonuscita torno' al primo amore, la carta stampata.

Dal Corriere prese poi il volo per Ottawa ed atterro' nella sala comuncazioni del primo ministro, incarico mai prima avuto da un “italo”.

Oggi Angelo divide il suo tempo guardando l'erba crescere nel suo giardino e scribacchiando pensieri ed opinioni da lanciare nello spazio via computer.

Esattamente come faccio io.

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