La nazionale del Cavalier, un italiano porto' il Canada al mondiale
TORONTO - Scommetto che nessuno, o quasi, ricorda come e perche' la nazionale canadese di calcio riusci' a qualificarsi al Mondiale del 1986, il primo ed unico della sua poco brillante storia.
La qualificazione fu possibile, innanzitutto, grazie a Eddy Cavalier e per aver portato l'Honduras a giocare nei pressi del circolo polare artico.
Ma, andiamo per ordine.
La nazionale di calcio canadese ha vinto un solo trofeo importante, la Gold Cup del 2000 perche' soltanto allora ha avuto un allenatore vero, il tedesco Holger Osiek.
Negli anni ante e post Osiek la truppa biancorossa e' sempre vissuta alla giornata, con giocatori raccolti dalle societa' di appartenenza, Nasl ed Europa, che arrivavano il giorno prima della partita e se andavano il giorno dopo.
Anche quando la nazionale aveva giocatori bravi abbastanza per strappare un pass mondiale ai team della Concacaf, non ci si riusciva perche' il team non era affiatato e compatto.
Ecco che, nel 1985, entra in scena Eddy Cavalier, fondatore della Cavalier Business Develpment Corp.
Il 26enne imprenditore italiano che aveva fatto soldi nel nuovo campo dei computer, decide di mettere sul piatto del calcio la bellezza di un milione di dollari, circa quattro di oggi.
Cavalier fonda il club professionistico Inex Canada con il quale disputa, al Lamport Stadium, dieci amichevoli con la squadra greca Aek e quella portoghese Porto.
Il giovane imprenditore mette sulla panchina del suo team Bob Houghton, ex allenatore del Blizzard che si era dissolto quale mese prima in seguito al fallimento di tutta la lega Nasl.
Ad Houghton vengono affidati i migliori giocatori canadesi sopravvissuti al tracollo della Nasl.
Cavalier per promuovere la sua squadra dichiara alla stampa che le dieci partite serviranno come preparazione alla nazionale che sta per giocarsi la qualificazione al mondiale Mexico 1986.
Mai prima di allora la nazionale si era allenata per tanto tempo.
Quello stage, se cosi' si puo' chiamare, fu il trampolino di lancio verso il pass mondiale.
Il Canada, che aveva in panchina l'ennesimo inglese, Tony Waiters, si presenta affiatato e collaudato al triangolare con Costa Rica e Honduras. Chi vince attiene il visto per il Messico.
Il Canada pareggia a Toronto (1-1) con il Costa Rica. Poi vince in Hoduras (1-0) e pareggia (0-0) in trasferta con il Costa Rica.
Al match decisivo e valido per il pass mondiale, Canada e Honduras arrivano con quattro punti, i centroamericani hanno la differenza reti migliore, i canadesi sono obbligati a vincere.
E qui i capoccioni della Federazione canadese si dimostrano, per la prima ed unica volta, di saper usare la testa.
La CSA stabilisce infatti di far giocare la partita a St. John, nel New Brunswick.
La genialata e' che a St. John, in settembre, la temperatura e' da lupi, il terreno di gioco e' poco piu' di un campo di patate.
Le condizioni climatiche e ambientali favoriscono i giocatori con la foglia d'acero sul petto che si impongono per 2-1 e ottengono il pass per il loro primo mondiale.
In Messico, l'anno dopo, ando' male, anzi malissimo. Il Canada perse contro Unione Sovietica, Francia e Ungheria subendo 5 gol senza segnarne uno.
Quel Mondiale lo vinse l'Argentina di Maradona, l'Italia fu eliminata ai quarti dalla Francia.
L a squadra canadese che ottenne la storica qualificazione ma che al mondiale si dimostro' team-materasso era composta:
Paul Dolan, Tino Lettieri, Colin Miller, Dale Mitchell, Randy Ragan, Branko Segota, Ian Bridge, Bruce Wilson, Ian Bridge, John Bruce Wilson, Catliff, Gerry Gray, Paul James, Bob Lenarduzzi, Randy Samuel, Mike Sweeney, Carl Valentine; all. Tony Waiters.
**Dopo la qualificazione del Canada il Guerin Sportivo pubblico' un mio articolo che titolo': La nazionale del Cavalier al mondiale messicano.