L’Abruzzo e il Giubileo
Il vescovo della Diocesi di St. Augustine (Florida), Erik Pohlmeier con alcuni suoi sacerdoti, in pellegrinaggio giubilare al Santuario del Volto Santo di Manoppello (21 gennaio 2025)
di Antonio Bini
(Abruzzo nel mondo)
Con l’apertura della porta santa della Basilica di San Pietro, il 24 dicembre, ha avuto inizio il Giubileo 2025, che ha come filo conduttore la speranza.
L’Anno giubilare ha sempre rappresentato nella storia un evento di grande rilevanza spirituale, ecclesiale e sociale, con riferimento al mondo intero - e non solo i cristiani – ricordò Giovanni Paolo II, come invito a vivere questo tempo come straordinaria occasione di incontro e di dialogo, di giustizia, di riconciliazione universale tra i popoli e nei popoli.
Il primo Anno Santo, istituito da papa Urbano VIII nel 1300, aveva decorrenza secolare. Clemente VI ridusse l’intervallo a cinquant’anni, che successivamente Urbano VI fissò in 33 anni (gli anni di Cristo), fino a quando Paolo II, con una Bolla del 1470, stabilì che il periodo per l’indizione del Giubileo ricorresse ogni venticinque anni. Uno spazio temporale rimasto immutato da allora.
Roma rimane storicamente la destinazione centrale del Giubileo, dove si prevede l’arrivo di 32 milioni di pellegrini. Ma i recenti anni santi hanno portato al crescente coinvolgimento di luoghi dove è possibile ottenere la concessione dell’indulgenza.
L’Abruzzo è direttamente interessato al Giubileo, come ha già dimostrato l’Anno Santo del 2000, quando le nostre principali mete religiose iniziarono ad affermarsi a livello nazionale e internazionale.
Pur nella mutevolezza dei tempi, il richiamo al pensiero di Silone costituisce forse la maniera più profonda per accedere ad una terra ricca di testimonianze di fede. Lo scrittore descrisse l’Abruzzo come una “delle regioni più cristiane d’Italia”, ed è proprio la sua storia, la sua cultura, la forte interrelazione tra sacro e natura a rendere questa regione particolarmente adatta alla meditazione e alla preghiera. Ed è lo stesso autore di “L’avventura di un povero cristiano” ad affermare che “a chiunque abbia gusto ed interesse per le creazioni dell’arte, dopo aver visitato le chiese e i conventi resta poco o nulla da vedere”.
La presenza di numerosi Santuari, eremi, chiese e antichi luoghi di devozione per secoli sono rimasti conosciuti solo in ambito strettamente locale, anche se con persistenti rapporti tra specifiche comunità, in alcuni casi sopravvissuti fino ad oggi. E’ il caso della compagnia di Gioia dei Marsi che si reca annualmente in pellegrinaggio a piedi al Santuario della Madonna della Libera a Pratola Peligna, o ancora la compagnia di San Sebastiano dei Marsi a Goriano Sicoli per Santa Gemma, i pellegrini di Atina a Cocullo, di Fornelli a Villalago, ecc.
Le stime del 2000 fecero registrare nel 2,4 mln. di pellegrini per il Santuario di San Gabriele e un milione per il Miracolo Eucaristico di Lanciano e il Volto Santo di Manoppello. Per quest’ultimo Santuario, occorre ricordare l’effetto mediatico di una conferenza stampa internazionale tenutasi a Roma il 31 maggio 1999 che rese noti i risultati di uno studio del prof. Heinrich Pfeiffer che identificò nel velo la leggendaria Veronica, ritenuta la più importante reliquia della cristianità. Fino ad allora il Santuario era poco conosciuto anche in Abruzzo.
Mentre la devozione a San Gabriele è prevalentemente nazionale e molto legata agli emigrati abruzzesi nel mondo, come ricorda al pellegrino la monumentale porta di ingresso al Santuario, la Porta dell’emigrante, Il Miracolo Eucaristico e il Volto Santo attraggono un crescente flusso di pellegrini e turisti dall’estero, diventando mete sempre più frequentemente inserite in programmi di viaggio e soggiorno dei grandi tour operator nazionali ed esteri, come pure delle varie organizzazioni religiose, che hanno come destinazione più a sud San Giovanni Rotondo. Gli effetti sono positivi anche per il territorio limitrofo a detti Santuari, soprattutto per quando riguarda la ricettività alberghiera e la ristorazione.
Molto si dovrebbe fare per migliorare l’accoglienza dei pellegrini (parcheggi, servizi igienici, segnaletica, ecc.) e per sviluppare la comunicazione, come pure le attività per promuovere adeguatamente i cammini (tra questi ricordiamo quelli di San Tommaso, del Perdono, di Celestino, del Pellegrino, ecc.), che potrebbero rafforzare l’attrattività della regione, unendo storia, spiritualità e natura. Si ritiene che molto si potrebbe fare per far emergere altre mete religiose con notevoli potenzialità inespresse, come la Basilica che custodisce le reliquie dell’apostolo Tommaso ad Ortona e i principali luoghi legati alla vita di Celestino V, come pure tante straordinarie testimonianze dell’architettura religiosa (es. San Giovanni in Venere, San Clemente a Casauria, San Liberatore a Maiella, Santa Maria in Val Porclaneta, ecc.).
L’importanza storica di Celestino V è stata confermata da papa Francesco nella bolla con cui ha indetto il Giubileo 2025, ricordando espressamente, tra i precedenti dell’anno santo istituito da Bonifacio VIII nel 1300, la Perdonanza concessa dal papa eremita nel 1294 a quanti si recavano nella Basilica di Collemaggio a L’Aquila tra il 28 e il 29 agosto, sia pure preceduta dal Perdono di Assisi (1216) e dal pellegrinaggio a Santiago di Compostela (1122), quando la festa dell’apostolo Giacomo ricadeva la domenica.
Nella Bolla di indizione, è lo stesso papa a richiamare la tradizionale esperienza dei pellegrinaggi e il ruolo fondamentale dei Santuari, auspicando che “In questo Anno giubilare siano luoghi santi di accoglienza e spazi privilegiati per generare speranza.”
Ed in effetti tutto rimane nella energia e nel costante impegno dei santuari, delle comunità religiose e del volontariato che si muovono intorno a loro.