Petawawa, italiani internati per due anni, scuse da ripetersi 124.000 volte

Internati italiani nel famigerato Camp 3 di Petawawa

Internati italiani nel famigerato Camp 3 di Petawawa

di Nicola Sparano

 

Meglio tardi che mai.

Ma le scuse ufficiali alla comunita' italiana per come venne trattata dal 1940 al 1942 sarebbero dovute venire in tempi meno sospetti sia nei decenni passati sia nel prossimo futuro.

Il primo mistro Trudeau ha appena dichiarato che chiedera' ufficialmente scusa agli italiani del Canada il mese prossimo.

A maggio presumibilmente saranno indette le elezioni federali.

La tempistica induce a sospettare che dietro le scuse ci sia la necessita' di puntellare il partito la cui popolarita' non e' aiutata dalla gestione della pandemia.

Meglio tardi che mai, abbiamo detto.

Ma perche' i giapponesi hanno avuto le loro belle scuse ufficiali, e 300.000 (trecentomila) dollari, nel 1988 e noi niente?

I giapponesi internati nel 1940 furono 22.000 (ventiduemila).

Gli italiani dietro il filo spinato di Petawawa furono circa 600 (seicento) ma ad essere dichiarati e trattati da “nemici stranieri” furono 31.000 (trentunomila).

Trentunomila famiglie senza colui che mette il pane in tavola.

Trentunomila internati significa che all'incirca 124.000 italiani si trovarono con l'acqua alla gola, oggi benestanti, domani sul lastrico, trattati come cani in chiesa, o peggio.

Essere nemici stranieri significo' perdere lavoro, business, congelamento dei conti in banca, vivere giorno dopo giorno nelle ristrettezze materiali e nella ostilita' degli altri.

Perche' hanno aspettato 81 anni?

Perche' la mozione del deputato Angelo Iacono e' stata accetata e quelli di tanti altri no?

Anelo Iacono e' un deputato, sconosciuto ai piu', eletto nel distretto Alfred Pellan del Quebec.

Prima di lui la stessa mozione era stata inutilmente avanzata da gente del caucus, finanche ministri.

Le scuse, dunque premibilmente verranno (il dubbio e' legato alla belle abitudini che i politici hanno di rimangiarsi le promesse).

Ufficiali o no, non basteranno.

Per esserlo dovrebbero imitare il metodo delle maestre di una volta, le quali , allo scolaro duro di testa, facevano scrivere cento volte: perdonatemi ho sbagliato.

Le lavagne oggi non ci sono piu'.

Ma abbondano i social media.

Le scuse dobrebbero essere ripetute pubblicamente almeno 124.000 volte.

Poi si voti seconda coscienza.

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