Quando finisce 'a nuttata rivoglio la domenica all'italiana

Manca la pasta, ma forse se la sono pappata prima

Manca la pasta, ma forse se la sono pappata prima

Abbiamo perso il sorriso, di ridere non se ne parla proprio.

Eppure bisogna provare a spezzare la catena dei kitemmuort (imprecazione blasfema napoletana che chiama in causa i defunti) per cercare un barlume di luce in fondo al tunnel della grande strizza.

Questi chiari di luna, nati dall'entrata a gamba testa del dannato virus, ci hanno tolto il sorriso e sua sorella maggiore, la risata.

Ridere fa bene alla salute e riduce lo stress.

Lo stress, per chi non lo sapesse, e' un animale feroce che azzanna il corazon, la capoccia, e il termometro della pressione sale fino ai quartieri altissimi.

Oggi siamo tutti stressati, o no?

La giornata e' lunga come una quaresima, ed anche piu'.

Non c'e' un cavolo da fare per il pater familias.

La Domina (signora), da parte sua, cucina, lava, pulisce e spettegola per telefono, wathsup, messenger e diavoleri assortite.

Poca roba rispetto a quando si era nell'epoca AC.

Chiariamo, AC non significa ante Cristo, ma ante Coronavirus.

Percio' anche alla Domina cresce la barba, nel senso che si annoia.

A me la barba cresce davvero, mi rado ogni morte di Papa.

Al diavolo l'apparenza.

Di questi tempi continua a regnare la strizza.

A metterci la fifa addosso e' la chance di abbandonare questa valle di lacrime prima del previsto, ed in maniera piu' brutale.

In cima alla lista dello stress c'e', appunto, la tremenda preoccupazione per la salute della famiglia, moglie, figli, nipoti e, se permettete, della mia.

La paura fa piu' paura perche' siamo soli, emarginati dal virus, lontani due metri, ma la distanza emotiva e' almeno duecento chilometri.

Due posti a tavola, una infinita, triste tristezza.

Quando il posto a tavola e' uno solo, la  tristezza diventa sconforto, scontentezza, disperazione, angoscia, amarezza, dispiacere, malumore, abbattimento, depressione, demoralizzazione, delusione, disillusione, avvilimento, afflizione, costernazione, dolore, umore nero.

Che brutta bestia e' l'isolamento.

Per ora ci si arrangia con il marchingegno che permette di parlare e di vedere in contemporanea, istantaneamente.

Nel cellulare appare un campo largo, ed una finestrella.

In tutti e due c'e' la faccia di chi si vuol bene.

“Come state? Bene grazie e voi? Cosa vi manca? Il frigo e' ancora pieno? Se necessario possiamo andare a fare la spesa per voi. All'occorrenza la spesa si puo' ordinare anche on line”.

La conversazione termina con baci e abbracci virtuali.

Per ora ci dobbiamo arrangiare cosi'.

Ma quando lo stato di emergenza passera', e passera' prima o dopo, rivoglio una domenica all'italiana, tutta la famiglia assieme intorno ad una zuppiera fumante.

L'usanza, la tradizione del pranzo domenicale, almeno a casa mia, si era persa.

I due figli abitano a 18 e 35 km di distanza da mamma' e papa'.

Ma non e' la lontananza che ha fatto cancellato la tradizione domenicale,

E' stata la vita troppo occupata dei pargoli cresciuti nella bambagia.

Tra questo, quello e maria stella, nelle loro domeniche non hanno mai un momento libero, specialmente se c'e' l'allenamento, calcio o basket, lezione di chitarra, balletto.

Tutte cose belle, buone e giuste, fino a quando il dannato virus ci ha rivoltato la vitaccia come un calzino.

E ci ha fatto capire cosa, nella suddetta vitaccia, e' veramente importante.

Quando passera' a nuttata, la domenica li voglio tutti a casa.

Figli e nipoti dovranno fare spazio nella loro pienissime vite per riempire quei posti a tavola che oggi sono desolatamente vuoti.

A proposito della tavola, un mio amico mi ha appena detto: quando potremo incontare di nuovo amici e parenti se ne incontro uno che non e' ingrassato gli tolgo il saluto.

Un altro amico ha scritto; corriamo il rischio di aver bisogno di AA e WW.

AA sarebbe Alcoholics Anonymous (Alcolisti Anonimi).

WW sta per Weight Watchers (specialisti nella perdita di peso).

Ed io speriamo che me la cavo.

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