Sia ringraziato Gesu’….
L’arbitro spagnolo di Ucraina-Italia, Gil Jesus Manzano
di Nicola Sparano
Ci e’ andata bene, anzi benissimo.
Dankeshon, gracias, thanks.
Grazie a chi di dovere per la non figuraccia.
Andare ad un altro spareggio avrebbe umiliato nuovo quanti tengono per l’Italia calcistica, e non.
Dankehon, dunque.
Prendiamoci il regalino - sia benedetto Gesu’ (l’arbitro si chiama Jesus Manzano), senza esagerare nei peana di gloria, visto che di glorioso a Leverkusen c’e’ stato meno di quello che vogliono farci credere tv e giornali.
Quest’Italia apparentemente e’ piaciuta a molti, soprattutto perche’ ha centrato la qualificazione.
Personalmente ho visto il bicchiere mezzo pieno per l’impegno (Chiesa eccezionale per abnegazione) ed il risultato, mezzo vuoto per il solito gioco lento all’italiana e l’ammucchiata in area avversaria dovuta, io credo, alla poca mobilita’ della punta centrale che non fa movimenti laterali per cercare e creare spazi.
Mi chiedo se Spalletti ha mai osservato i movimenti che fanno in partita Kane e Haaland.
L’inglese del Bayern ed il norvegese del City non stanno mai fermi, si spostano a destra o a sinistra per poi accentrarsi, ricevere il servizio in corsa, faccia, e piedi verso la porta.
Haaland e Kane in questo modo segnano gol a caterva.
Nell’Italia la punta centrale Scamacca (perche' sostituire Raspadori che almeno provava a tirare in porta?) aspettava il pallone da fermo, spesso spalle alla porta facendo nascere inutili ammucchiate.
Gli addetti ai lavori hanno detto, e scritto, che Spalletti e’ l’unico vero fuoriclasse di quest’Italia che ha ricostruito dalle macerie lasciate dall’indegna fuga araba del Mancio.
Al nuovo Ct era stato chiesta la qualificazione e quindi la possibilita’ di difendere quel titolo vinto a Londra.
L’obiettivo e’ stato raggiunto.
Ma ora comincia il difficile.
Perche’ quando si arrivera’ al dunque – l’anno prossimo in Germania – di fronte ci saranno squadroni veri, non squadrette.
In questi mesi Spalletti dovra’ darsi da fare per assemblare compattare un’Italia di cui essere orgogliosi.
Non sara’ facile.
Non per la mancanza dell’uomo gol o dell’uomo d’ordine dietro le punte.
Al calcio italiano manca soprattutto il ritmo quello che in inglese si dice “pace”.
La Nazionale, figlia del campionato, non corre mai abbastanza rispetto agli avversari.
E’ questo il vero problema che il nostro calcio a volte risolve con furbizia e tatticismo.
Ma non sempre, purtroppo.