Siamo prigionieri, fuori piove: oh che rottura di…cavolo
Toronto, 15 novembre. Stamattina piove e tira vento.
La giornata e' uggiosa, triste, barbosa e pesante assai da far passare.
Ecco perche' mi e' rimbalzata nella coccia un verso nato dalla penna di un grande napoletano, Salvatore Di Giacomo.
Don Salvatore, scrittore, drammaturgo e poeta, vissuto a cavallo tra l'1800 e il 1900, compose, in un momento di malinconica noia, una strofa che non e' mai passata di moda:
Chiove. Na gucciulella cade ‘ncopp a ‘na rammera… Tic tac, tic tac, tic tac… Hiii! Scassamient’o cazz!
(Piove. Una piccola goccia cade su una lamiera...Tic tac, tic tac, tic tac...oh! Che rottura di...).
Il poeta si immalinconisce per la pioggia e basta.
Chissa' cosa avrebbe scritto se avesse avuto a che fare con questo infame di virus che ci costringe agli arresti domiciliari per salvare la pelle.
Oggi chi e' autoconfinato tra quattro mura si arrangia come puo' per riempire la giornata senza piangersi addosso, o peggio, cadere in depressione.
A parte il calcio, la tv non la guardo, tanto contano sempre i morti dell'infame virus, o c'e' Trump i cui capelli ora sono bianchi, colpa, o merito, delle elezioni, o forse il suo parrucchiere personale ha finito la tintura arancione.
Visto che fino a stasera non c'e' calcio, avendo saltato la F1 per non piangere con la Rossa, mi sono messo a navigare in rete alla ricerca di qualcosa di divertente.
La ricerca ha dato buoni frutti, le diverse mascherine antivirus inventate da coloro che desiderano passare per originali, oppure con pochi piccioli da spendere, fanno ridere, o almeno sorridere.
Ve le propongo suggerendovi di rivolgervi, se sopravvivete a Toronto e dintorni, al maestro sartore, Nino Cioppa, se cercate una maschera personalizzata.
E che non faccia ridere.