Un animaletto dormiglione nei piatti della ndrangheta

Un piccolo ghiro, l’aninaletto cresce sino a 30 centimetri di lunghezza, da adulto pesera’ dai 120 ai 130 grammi

Un piccolo ghiro, l’aninaletto cresce sino a 30 centimetri di lunghezza, da adulto pesera’ dai 120 ai 130 grammi

Della ndrangheta si sa quasi tutto, come e' nata, come e' cresciuta, come si e' espasa in Italia e nel mondo, cosa ha fatto e cosa sta facendo. Ora sappiamo anche ai banchetti dei malavitosi c'e' un animaletto simile al topo che viene servito in segno di rispetto. Si tratta del ghiro, dormouse in inglese (non sembra vivere in Canada visto che non compare nella lista degli aminali rodenti presenti sotto l'acero)

Il ghiro ha, infatti, l’aspetto di un roditore, topo e scoiattolo: due occhioni grandi rispetto al resto del corpo, che invece è affusolato, la coda lu nga. Le sue dimensioni sono ridotte: misura al massimo 30 cm di lunghezza, peso 130/150 grammi, e per questo motivo può essere scambiato per un topo/scopiattolo comune. Il suo pelo è molto folto e ha un colore che può andare dal marrone al grigio, ma sul ventre è sempre più chiaro, sulle tinte del bianco. Le sue orecchie sono piuttosto piccole e hanno una forma rotonda. Il ghiro è in sostanza un piccolo roditore che ha molto in comune con il topo.

E' famoso per essere un dormiglione, durante il giorno resta sempre intanato e addormentato.

La storia dei ndranghedisti che sono onorati di dare, e ricevere, un ghiro in salmi', e' saltata fuori quando la polizia ha fatto irruzione in un podere di Delianuove (Reggio Calabria) dove ha trovato una piantagione di marijuana, 250 carcasse di ghiri in un congelatore e numerose gabbie piene di animaletti pronti per la macellazione.

carcasse di quasi 250 ghiri stipate in un congelatore. E intorno numerosi altri esemplari tenuti a ingrassare all’interno di gabbie prima di essere macellati. Questa la scena che carabinieri si sono trovati di fronte nell’ultima operazione a Delianuova, in provincia di Reggio Calabria, dove tre persone già indagate per spaccio di stupefacenti hanno così visto aggiungersi a loro carico anche le accuse di uccisione di animali appartenenti a specie protetta.

Tutto è iniziato alcune settimane fa, quando i militari della stazione del comune reggino insieme allo Squadrone Cacciatori “Calabria” hanno rinvenuto in un terreno pubblico una piantagione di marijuana di circa 730 piante. Un ritrovamento che ha subito fatto scattare le indagini, culminate nell’individuazione dei responsabili e nell’avvio di perquisizioni presso le loro abitazioni. È proprio nel corso di queste operazioni che, in una cascina non lontano dal domicilio di uno degli indagati, i carabinieri hanno scoperto gli animali: 235 erano stati congelati e confezionati in oltre 50 pacchetti mentre altri erano ancora vivi ma tenuti in gabbie in attesa di fare la stessa fine. Un vero e proprio allevamento illecito probabilmente destinato, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, alla vendita o al consumo.

Non si tratta della prima volta che gli investigatori si trovano di fronte a simili “scorte”. Delianuova è infatti una delle quattro zone del reggino in cui più diffusa è la caccia illegale ai piccoli roditori, che nelle aree aspromontane e pre-aspromontane della Locride ha il suo cuore. Anche se considerati non idonei al consumo alimentare, i ghiri costituiscono nella tradizione della ‘Ndrangheta un piatto prelibato e quindi vengono spesso serviti come portata principiale nei banchetti dei clan o offerti ai capi in segno di rispetto.

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